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Le Lettere alla redazione
Le lettere inviate dai nostri lettori
alla
redazione di ASPECTS.
Spettabile redazione,
leggo con molta sorpresa l'articolo da voi pubblicato, per altro in linea con
molti altri disponibili almeno via web, dai quali non si evince quanto costino
gli asili privati a Bologna. Si parla genericamente di Emilia-Romagna, senza
tenere conto del fatto che Bologna credo sia la più cara d'Italia per ciò che
concerne gli asili privati, con una retta media mensile di 1000 euro. Se dunque
non si è programmata la gravidanza in modo da far nascere il proprio bambino in
tempo per l'iscrizione al comunale che si deve fare? E’ allucinante! Noi siamo
una coppia di ricercatori, abbiamo avuto la fortuna di ereditare una bella casa
in centro, ma questa ci si sta ritorcendo contro, poiché sancisce il superamento
della fascia ISEE più alta, nonostante il nostro reddito sia tutt'altro che
favoloso. I nonni non risiedono a Bologna. Che dobbiamo fare? Iscrivere la bimba
(che nascerà a fine agosto) in un'altra città? Ma com'è' possibile una cosa del
genere? E che nessuno ne parli? E’ assurdo a mio avviso...
Cordiali saluti
Antonella Sanna
Prendiamo spunto dalla lettera
di una nostra lettrice per riprendere un argomento affrontato nel numero di
marzo della nostra rivista: il caro asili. Una tematica particolarmente sentita
dalla nostra redazione e fonte di reiterati disagi per le giovani coppie. Siamo
andati a particola rizzare la nostra analisi per la città di Bologna, compiendo
un excursus attraverso asili comunali, convenzionati e privati, tariffe e liste
d’attesa.
Da un’analisi compiuta sulla situazione ne è risultato che per l’anno 2010/2011
potranno accedere ai nidi d’infanzia comunali o convenzionati della città di
Bologna per la sezione piccoli i bambini nati dal 01/09/2009 al 29/04/2010, per
la sezione medi quelli nati dal 01/01/2009 al 31/08/2009, per la sezione grandi
dal 01/01/2008 al 31/12/2008. Le domande d’iscrizione dovranno essere presentate
dall’8 al 30 aprile e l’ammissione alle graduatorie è strettamente collegata
alla presentazione dall'Attestazione dell’Indicatore della Situazione Economica
Equivalente (ISEE). Sarà, infatti, il valore dell’ISEE a determinare una
graduatoria crescente che determinerà la retta mensile per ciascun bambino. Un
ISEE che parte, ad esempio, dai 26.726,65 euro avrà una retta mensile di 361,52
euro per il tempo pieno, di 343,44 per un tempo dalle 8.00 alle 16.00, di 271,14
euro per un part-time (compreso di pasto), di 234,99 euro per il pomeriggio (senza
pasto), di 72,30 euro per gli “Spazi Bambino”, strutture aperte due giorni a
settimana per 4 ore e senza pasto. Nel caso in cui l’attestazione ISEE non sia
stata presentata, le domande finiscono in lista di attesa e in fondo alla
graduatoria, le tariffe per il tempo pieno sono pari a 516,46 euro mensili,
490,64 euro mensili per l’orario giornaliero 8/16,30, 387,34 mensili per un
part-time al mattino con pasto, 335,70 euro mensili per un part-time al
pomeriggio senza pasto, 103,29 euro mensili per lo “Spazio Bambini”. C’è da
riconoscere inoltre all’Amministrazione della città di Bologna il tentativo di
venire incontro alle famiglie con l’adesione a un progetto approvato dalla
Regione Emilia Romagna e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, che prevede
l’erogazione di assegni di servizio (voucher) rivolti alle famiglie con figli di
età inferiore a tre anni, che accedono ai posti nido offerti da gestori privati
di Nidi d’Infanzia o Piccoli Gruppi Educativi (PGE). E’ un importante iniziativa
non sempre apprezzabile in altre realtà italiane. L’entità del voucher per ogni
posto Nido o PGE è definita dalla somma di un finanziamento a carico del FSE (Fondo
Sociale Europeo) di € 250,00 mensili e da un finanziamento a carico del Comune
di Bologna che verrà differenziato in base a quattro fasce di ISEE della
famiglia richiedente. Con un ISEE da € 0,00 fino a € 18.000,00 il contributo è
di € 620,00 mensili, da € 18.000,01 fino a € 22.000,00 il voucher sarà pari a €
570,00 mensili, da € 22.000,01 fino a € 26.000,00 sarà di € 500,00 mensili, da €
26.000,01 fino a € 35.000,00 sarà di € 450,00 mensili. Ma per chi non rientra in
una delle fasce imposte dal regolamento cittadino non resta che affidarsi agli
asili privati le cui rette mensili, come sottolineava la nostra lettrice, e come
abbiamo avuto modo di appurare dalla nostra indagine (vedi riquadro) sollecitano
qualche quesito circa la reale possibilità di questa “generazione del precariato”
di poter sostenere tali spese. Le tariffe mensili a tempo pieno per i più
piccoli oscillano, infatti, dai 900 ai 1000 euro, quelle per i medi e i grandi
dai 700 ai 1000 euro. Tariffe di una esosità inaudita che non possono essere
corrisposte sicuramente da una famiglia media monoreddito ma neanche da una
famiglia con entrambi i genitori con un lavoro a reddito medio. Se si pensa che
nelle famiglie italiane lo stipendio del capofamiglia basta a coprire o
l’affitto dell’appartamento o il mutuo per la prima casa, come si può con un
altro stipendio che in media è intorno ai 1500 euro riuscire a pagare un asilo
nido di 1000 euro e pagarsi da mangiare e da vivere con i restanti 500 euro? Per
non parlare di chi ha la “fortuna”, come la signora Antonella, di avere un
appartamento di proprietà. Nel caso di Antonella l’assegno non potrà essere
corrisposto per diversi motivi tutt’altro che condivisibili. Il primo motivo è
perché la bambina nascerà ad agosto e vengono accettati bambini nati fino al 30
giugno 2010. E’ comprensibile che per i primi mesi sia complicato l’accudimento
in nido e che quindi si fissi un’età minima, ma è possibile che prima di
pianificare la nascita di un figlio una coppia debba anche portare in conto se
la data di nascita oltre che essere compatibile con le esigenze familiari e di
lavoro sia anche compatibile per gli asili nido? (la scelta di molte mamme di
partorire nel mese di agosto è dettata dalla necessità di abbinare i giorni del
parto e la gestione del postparto ai giorni di ferie per evitare troppe assenze
in ufficio, assenze che anche se dovrebbero essere riconosciute per legge,
pongono comunque in cattiva luce un impiegato con contratto precario). Il
problema potrebbe essere risolto se gli asili accettassero bambini anche in
corso d’anno. Inoltre il limite di reddito ISEE di 35000 euro scelto dal Comune
per i voucher è molto penalizzante, perché portando in conto anche il valore ICI
degli immobili fa lievitare il reddito effettivo, senza che tuttavia gli
immobili, soprattutto se destinati ad abitazione principale producano di fatto
dei redditi.
Abbiamo verificato che una famiglia con uno stipendio di tutto il nucleo
familiare di soli 20.000 euro annui lordi ed un appartamento del valore di
330.000 euro, (che in alcune città come Bologna in certe zone equivale ad un
bivano) raggiunge un reddito ISEE che supera i 35.000 euro e quindi, pur
percependo insieme, al netto delle tasse, meno di 1300 euro al mese deve pagare
1000 euro solo di asilo. Come vivranno con i restanti 300 euro?
Redazione di ASPECTS
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